Abbiamo scritto imbonito, e non a caso. Rifiutiamo la definizione da molti utilizzata di “invasato psicologicamente instabile”. Costui infatti, non è colpevole perché incapace. Al contrario, non è colpevole perché “guidato” a compiere quell’atto da messaggi ed insegnamenti chiari e continuati nel tempo !
Il suo carattere debole, ed il suo stato di dipendenza ideologica infatti, l’hanno reso docile strumento nelle mani di chi, in questi anni, ha predicato l’odio, premiando precedenti figure di attentatori, quali Eroi del popolo, contro le regole e le Istituzioni a prescindere.
Noi non possiamo dimenticare infatti, che vi sono importanti frange politiche ed Istituzionali che, localmente e più volte in questi anni, hanno avuto parole di elogio verso il movimento anarchico in generale, o verso alcuni suoi esponenti in particolare. Nessuno di costoro, ha mai dovuto accusare una parola contraria in ritorno o un rimprovero chiaro a livello nazionale ed istituzionale.
In Toscana ad esempio è stato eretto da Amministrazioni locali miopi e vergognosamente colpevoli, un monumento a Bresci, mentre a Torino solo alcuni anni fa, abbiamo dovuto assistere alla vergognosa intitolazione di una Via a Ferdinando De Rosa. Non possiamo tacere il nome del pseudo attore regista Ulderico Pesce, che un paio di anni fa si è fatto promotore presso il Comune di Savoia di Lucania, di una incredibile campagna di riabilitazione di Passanante, con l’appoggio finanziario della stessa Regione Basilicata. Questo tentativo, fortunatamente fallì, non tanto per il contrasto di talune Associazioni culturali che ancora hanno a cuore il buon nome del nostro Paese, quanto per il buon senso della stessa popolazione di quella località, che divisa tra il disinteresse totale all’iniziativa (che evidentemente considerava fazioso) e la vera ribellione bocciò in modo chiaro questo basso tentativo di legalizzare l’odio, quale sistema per eliminare coloro che pensano diversamente o rappresentano l’ordine costituito.
Non deve stupire quindi questa ultima animalesca manifestazione di violenza. Del resto, abbiamo notizia di un serio provvedimento nei confronti del precedente “attentatore” alla figura del Presidente del Consiglio, quando fu bersagliato da un cavalletto fotografico ? Anzi, costui divenne presto l’idolo dei ragazzi di certa sinistra, dei centri sociali e quant’altro, e nessuno ricorda una presa di posizione netta per rettificare questa deriva !
Rendiamoci conto, che il Sig. Tartaglia non è più colpevole di quanti in questi anni hanno continuato ad osannare le figure che ho sopra ricordato. Passanante, Bresci e De Rosa, sono gli Eroi alla quale questa repubblica ci ha abituato. A Curcio abbiamo concesso servizi televisivi e giornalistici, mentre Sofri, altro terrorista scrive regolarmente per un importante quotidiano nazionale… Sono questi gli esempi !
L’escalation recente dal cavalletto, alla statuetta del Duomo, potrebbe un domani diventare un’arma da taglio o peggio un’arma da fuoco. La colpa sarà del braccio che le brandiranno o della mente che ne condizionerà l’azione ? E giusto riflettere su ciò. Del resto il Presidente Giorgio Napoletano, ha in queste ore fatto diverse dichiarazioni, quella che più ci ha colpito, riferita alle beghe da cortile subito numerose tra i vari esponenti dei partiti, parla di un popolo, quello italiano, che in ogni occasione negativa così come in presenza di una tragedia, sa sempre comportarsi meglio della politica, e resta compattamente unito.
Noi non possiamo che ringraziare il Presidente di questa repubblica che ci ricorda - magari senza volerlo - che questa Italia, e questi italiani, sono stati “edificati” molto bene. Qualcuno osa affermare falsamente, il contrario, e che il popolo italiano sarebbe ancora da fare. Noi non lo crediamo !
Con l’augurio di pronta guarigione al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, Questa Redazione vuole mettere in guardia, chi ci legge da sempre, da questi esempi e da queste Istituzioni oggi, …restiamo uniti nel ricordo del nostro passato glorioso. Questa repubblica passerà !
15.12.2009 - Redazione de “L’ARALDO di Biella”