domenica 31 luglio 2011

APPELLO ALLE AUTORITA’ ECCLESIASTICHE DI ROMA


EUROPRIDE 2011

APPELLO ALLE AUTORITA’ ECCLESIASTICHE DI ROMA

Le Associazioni Nicolò Stenone, Centro Cultura Cristiana, Fede & Cultura, si uniscono al coro di proteste che si sono levate da varie parti d’Italia, in particolare dalla Fondazione Lepanto di Roma, per far presente tutto lo sdegno della popolazione italiana davanti alla manifestazione del cosiddetto “EuroPride” tenutosi a Roma dal 1 al 12 giugno, inaugurato purtroppo dal Sindaco Alemanno, e culminato sabato 11 con una sfilata immorale, oscena e blasfema, degna del peggior carnevale di Rio, tra il solito emblematico silenzio delle autorità ecclesiastiche.
Ricordiamo che le frequenti rivendicazioni violente e trasgressive dei gaypride, vanno oltre la libertà di condotta omosessuale, già liberamente concessa in Occidente, ma pretendono:

    la legalizzazione delle unioni di persone cosiddette GLBT, (Gay, Lesbiche, Bisessuali, Transessuali), ma non è chiaro se per coppia, o per gruppi, o per quant’altro!
    la legalizzazione della “omogenitorialità e transgenitorialità” vale a dire l’adozione di bambini, ma non è chiaro per quali e quanti presunti “genitori”, con tutti i rischi anche di pedofilia che questo potrebbe comportare, “diritto” già preteso da varie associazioni gay.
    infine il rinvio a giudizio per quelli che si macchiano di “omofobia”, ipotetico reato che neppure la Costituzione prevede, perché il “reato di opinione” non viene assolutamente perseguito dalla legge italiana, almeno fin’ora, grazie a Dio e al buon senso dei legislatori.

Non si può far passare sotto silenzio un fatto così grave perché queste assurde rivendicazioni, soprattutto se legalizzate, creano un po’ alla volta un “costume” i cui effetti deleteri, come per l’aborto, saranno incalcolabili per tutta l’umanità. Senza giudicare le singole persone, che sono spesso vittime di un sistema perverso, sta di fatto che l’intento sempre più aggressivo di voler annullare la Legge Naturale, fondamento visibile del diritto positivo, porta inevitabilmente ad una forma di dittatura da parte di gruppi di potere, lobby, che hanno i mezzi e la capacità di telecomandare le folle per ottenere una società antiumana e senza Dio, salvo poi scagliarsi contro quei preti che cadono nelle loro stesse reti diaboliche.

Vista la gravità della cosa e consapevoli del fatto che siamo in presenza dell’avanzare del potere delle tenebre, abbiamo il dovere di rispondere usando innanzitutto i mezzi soprannaturali a nostra disposizione. Pertanto noi chiediamo alle Reverendissime Autorità Ecclesiastiche di Roma, in particolare a S. Eminenza il Cardinale Vicario Agostino Vallini, non tanto di ribadire che il peccato contro natura è da sempre considerato dalla Chiesa uno dei quattro peccati che “gridano vendetta al cospetto di Dio” di cui ciascuno dovrà rendere conto, ma soprattutto chiediamo:

    che un simile oltraggio nella città di Roma, sede del Papato, cuore della Chiesa cattolica, capitale spirituale e morale del mondo, venga pubblicamente riparato attraverso una Santa Messa solenne che, oltre a significare una doverosa protesta, abbia essenzialmente lo scopo di elevare suppliche a Dio, Giusto Giudice, per chiedere perdono e misericordia, sia di questi peccati, che delle nostre omissioni.
    Ad ogni sfilata gay nelle varie città deve seguire una o più Messe di riparazione!

Solo il ricorso ai mezzi soprannaturali potrà forse arrestare l’avanzare di tanta iniquità e impedire che i castighi divini che esistono, che sono sempre esistiti, come la Sacra Scrittura attesta, e che si stanno profilando all’orizzonte, si scatenino contro l’umanità peccatrice con tutta la loro terribile forza, quei castighi divini che, comunque, sono sempre benefici perché hanno lo scopo di portare al pentimento e quindi, alla salvezza, che alla fine è ciò che veramente conta.
In secondo luogo, crediamo doveroso che si sporga querela contro i promotori per offesa alla figura del Santo Padre rappresentato in modo indegno, e a tutti i fedeli che sono stati oltraggiati nei loro sentimenti più nobili e profondi.
Grazie, Reverendissimo Card. Vallini per quanto vorrà fare, nella speranza che anche altri Vescovi La vogliano imitare.      

In fede.

Per le Associazioni:
Nicolò Stenone, Centro Cultura Cristiana, Fede & Cultura.  
Patrizia Stella- Verona

Verona, 24 giugno 2011 – Natività di S.Giovanni Battista

martedì 26 luglio 2011

Afghanistan : caduto un altro militare italiano

Afghanistan : caduto un altro militare italiano

Dopo l’ultimo scontro a fuoco di ieri 25 luglio 2011, le forze armate italiane contano un altro morto (il caporal maggiore David Tobini di 28 anni) ed un ferito gravissimo al quale facciamo i nostri più cari auguri perché possa riprendersi rapidamente. Ma questo non è il bilancio completo. Questo mese infatti è stato duro in termine di perdite umane. Prima di Tobini, erano già morti il 2 luglio il caporal maggiore Gaetano Tuccillo, 29 anni, e il 12 luglio il caporal maggiore Roberto Marchini, di 28 anni.


C’è ancora chi crede che la nostra presenza in Afghanistan sia necessaria, …io non lo credo.
41 morti, possono sembrare pochi al confronto dei morti avuti da altre forze armate la impegnate su quel fronte, ma restano un grosso numero di morti, per una “missione di pace”, che in tanti anni di impegno, non è riuscita a cambiare di una virgola il tasso di sicurezza di quel territorio, …anzi, è il caso di affermare chiaramente che oggi, dopo anni di “lavoro” la regione è più instabile e pericolosa che mai, ed il rateo degli attentati, la loro pericolosità, intensità ed efficacia (in termini di perdite inflitte) lo dimostrano ampiamente.

Il Governo ha recentemente confermato la tempistica di un «graduale ritiro a partire dalla fine dell’anno, da completare entro la fine del 2014», quando degli attuali 4.200 militari - il numero più alto mai raggiunto - dovrebbe restare solo un piccolo contingente, con esclusivi compiti di addestramento delle forze di sicurezza locali. Vogliamo credere che tra meno di 18 mesi la sicurezza è quindi in nostro obiettivo sarà stato raggiunto ?


Crediamolo, ma occorre essere consapevoli che mano a mano che i nostri soldati saranno rimpiazzati dai “colleghi” autoctoni, addestrati in loco, aumenterà la possibilità di subire attentati e dolorose perdite ! Con questo non desidero fare il malaugurio ma semplicemente essere sincero.
I soldati regolari afgani ed i nostri soldati, così come quelli delle altre nazioni impegnate su quel teatro, non controllano nulla, ma presidiano semplicemente dei caposaldi, delle trincee, dei fortini. Fuori di questi, il padrone incontrastato è il panico ! Le strade ed i campi sono minati, i convogli vengono assaltati e il dubbio sulla lealtà dei soldati afgani è stato minato da bruttissimi episodi di inspiegabili atti di tradimento. Ogni operazione svolta fuori dalle basi, è un rischio mortale, è obbliga i genieri a lavorare sotto la protezione di corazzati e uomini armati posizionati in un raggio di sicurezza, con costi assolutamente spropositati ai risultati.
Vi sono filmati in internet, delle stesse forze armate nostre o di altre nazionalità che testimoniano questo. Guardando questi filmati però, occorre avere un minimo di pratica militare e di spirito critico di osservazione per rendersi conto di ciò.
Quando per intubare un ruscello che attraversa una strada in mezzo al nulla del deserto, si impiegano decine di uomini armati di tutto punto (direi impacciati nel pesante equipaggiamento da combattimento) due carri pionieri (dotati cioè di braccio meccanico a gru) scortati da due o più carri da battaglia e da un’altra decina di mezzi ruotati di ogni genere, bisognerebbe riconoscere il fallimento della missione, divenuta nel frattempo un Dogma !

I militari questo, l’anno già capito da tempo, ma il loro dovere impone che non possano contestare le consegne ricevute. A loro non resta che bere l’amaro calice, e magari “domani” qualcuno li accuserà pure di non aver fatto questo dovere, nel migliore dei modi ! Sta alla politica fare un passo indietro, chiedere scusa ai militari prima e alla Nazione poi, per l’errore di valutazione fatto. E dire che sull’Afghanistan non vi erano domande alle quali non avevamo dalla storia, anche recente risposte più che esaustive !
Ma come diceva Alberto Sordi in uno dei suoi celebri film, “finché che guerra c’è speranza” …la speranza di fare buoni affari soprattutto, come dimostrato ampiamente nel Dossier sulle spese militari nell’Araldo di luglio 2011. Le cifre finanziate semestralmente, per la gestione della missione ed il pagamento degli stipendi dei soldati, sono infatti una minima parte di quanto speso in questi anni per equipaggiare le truppe inviate colà, spese mai evidenziate, ma ingentissime, quantificabili ormai in miliardi di Euro !
E allora la vita dei nostri militari, non viene sacrificata per la pacificazione dell’area afgana o la costruzione della democrazia, ma serve agli ingenti affari che le commesse militari procurano.
Cerchiamo almeno di non essere ipocriti !

Alberto Conterio – 26.07.2011

venerdì 22 luglio 2011

Iniziativa a GARESSIO (CN)


COMUNICATO STAMPA.

Iniziativa a GARESSIO (CN)

GARESSIO (Provincia di Cuneo). Sabato 23 e domenica 24 luglio su iniziativa del Comune verrà rievocata la visita dei Principini, figli del Re Vittorio Emanuele II,che si recarono a Garessio, per la villeggiatura estiva. L'Alleanza Monarchica ha fornito bandiere d'epoca e materiale storico, incontrando simpatia sincera.

giovedì 21 luglio 2011

Iniziativa ad ORMEA (CN)

COMUNICATO STAMPA.

Iniziativa ad ORMEA (CN)

Sabato 23 luglio, alle ore 11,30, in Ormea (provincia di Cuneo), presso il Palazzo, detto "della Meridiana" si inaugurerà, col patrocinio del Comune, una mostra, ideata dal nostro Segretario Nazionale Massimo Mallucci, intitolata : "dalle Italie, all'Italia".
La mostra, che rimarrà aperta sino alla fine di agosto, si inquadra nelle iniziative per celebrare il Risorgimento Nazionale, nel 150° anniversario della proclamazione del Regno d'Italia, per l'unità Nazionale. Il Comune di Ormea propone,con questo evento, al visitatore, un percorso storico attraverso tutti gli Stati preunitari. Bandiere storiche , immagini d'epoca, schede descrittive partiranno dal Regno delle due sicilie, per giungere al Regno di Sardegna, motore per la realizzazione della più grande Italia. Lo scopo è quello di far comprendere come il Risorgimento sia stata una realtà complessa. La volontà di Casa Savoia, il buon governo di Massimo d'Azeglio, l'impeto di Garibaldi, L'apostolato di Mazzini, la diplomazia di Cavour, i lealismi borbonici e Pontifici, tutti hanno costruito la storia d'Italia. Solo quando saremo capaci di eliminare trincee inattuali e comprendere quel patrimonio di tutti gli Italiani saremo una vera Nazione. In questo senso le riforme di Re Carlo Alberto ed il valore di Vittorio Emanuele II potranno essere riviste e riproposte per costruire una Italia migliore.

mercoledì 20 luglio 2011

Abrogazione delle province ?

Abrogazione delle province ?

Il Segretario Nazionale
di Alleanza Monarchica – Stella e Corona


20 luglio 2011 - Rende noto che :

A seguito del comunicato stampa dell'UMI, con il quale si intende mobilitare il movimento ed i monarchici per una raccolta di firme, volta alla abrogazione delle province, Il Segretario Nazionale di Alleanza Monarchica Avv.Massimo Mallucci rileva come tale iniziativa sia in contrasto con la politica tradizionale dei monarchici di Stella e Corona che hanno, da sempre, osteggiato l'istituzione delle regioni e, al contrario, sostenuto il potenziamento delle province. E' triste dover osservare come un movimento monarchico, come l'UMI, perda un'occasione importante per evidenziare un fallimento clamoroso del sistema repubblicano, come è quello della istituzione delle regioni. Queste hanno diviso l'Italia, sono il frutto di compromessi politici tra DC e PCI, al momento della loro istituzione. Hanno moltiplicato i costi ed i difetti di un apparato centrale e di un sistema asfittico. Hanno moltiplicato i privilegi di una oligarchia politica che,proprio attraverso le regioni, si è instaurata anche in periferia. Tutto ciò era stato previsto dall'On. Covelli e la battaglia parlamentare Sua e del PDIUM, contro l'istituzione delle regioni appare di una attualità incredibile. I monarchici avevano ragione. Spiace quindi dover prendere atto di una posizione dell'UMI che non potrà essere seguita dai monarchici consapevoli e non immemori. La rifondazione dello Stato ed il ripensamento della società non passa certo attraverso il mantenimento di carrozzoni costosi e inutili come le regioni. Meglio sarebbe proporre di ridisegnare le province,con eventuali accorpamenti,ed abolire le prefetture, organi obsoleti di inutili controlli centralisti. Solo così si potrà realizzare il tradizionale binomio, Autorità in alto e libertà in basso, proprio della struttura Monarchica dello Stato.

Massimo Mallucci

domenica 17 luglio 2011

Opinioni Monarchiche: Onnipresenza !

Opinioni Monarchiche: Onnipresenza !: "Onnipresenza ! La lettera di oggi 17 luglio 2011 del presidente Napolitano al Sole 24 Ore, è davvero l’ultima goccia, una ciliegina insom..."

lunedì 11 luglio 2011

L'utilità del Partito Monarchico !

In risposta a quanti amano criticare a prescindere, e a quanti - con la puzza sotto al naso - non perdono occasione per alimentare dubbi e controversie sull'utilità del soggetto politico apertamente monarchico, desideriamo evidenziare un paragrafo del "Quaderno dell'attivista" pubblicato dal Partito Nazionale Monarchico del 1956 :



Dal “Quaderno dell’attivista”
Dedicato ai giovani del Partito Nazionale Monarchico

L’attualità del Partito Nazionale Monarchico

L'incomprensione di molti monarchici - alimentata da una continua e sottile propaganda avversaria in tal senso - è dovuta sopratutto al dubbio di alcuni, che si traduce nell'interrogativo che spesso ci sentiamo rivolgere e non sempre in malafede: «perché voi monarchici avete preferito affidarvi ad un partito (che richiama, tra l'altro, i concetti di fazione e di divisione) e non ad un movimento apartitico? Come non avvertite che la battaglia partitica «immiserisce» la rivendicazione istituzionale, trascinandola nel gorgo di una competizione contingente e magari elettoralistica ?».

La risposta a questo interrogativo scaturisce (limpida e immediata, anche se meditata e documentata) dalla realtà della vita politica italiana. Non è possibile - nell'attuale fase partitica della democrazia - impostare e condurre una battaglia che richieda un movimento di opinione pubblica, sfuggendo alla logica dei partiti ed alle loro leggi.

Il partito è quindi lo strumento di gran lunga più idoneo a condurre una coerente azione monarchica sul terreno dell'attualità politica (e perciò deve partecipare alla vita politica nazionale, in ogni suo aspetto). Mentre ad una associazione apartitica spetta operare per determinare il clima nel quale tale azione possa acquistare maggiore efficacia ed incisività.

La cronaca del movimento monarchico dal 1946 ad oggi sta a confermare queste asserzioni. Tale cronaca registra una serie interminabile di tentativi (per lo più dovuti alle ambizioni di pochi « generali senza esercito », abilmente sfruttate dagli avversari) di dar vita ad altri movimenti monarchici (ne furono contati qualche anno fa fino a ventisei) o ad altre formule. Ma tutti questi tentativi sono regolarmente falliti. Il Partito Nazionale Monarchico - sorto dalle stesse modeste origini di tanti altri movimenti - pur disponendo di modesti mezzi finanziari e lottando in mezzo ad ingenti difficoltà, si è viceversa affermato quale forza politica di prim'ordine e rappresenta tuttora - nonostante tutte le vane manovre per farlo scomparire - la formazione politica unitaria dei monarchici militanti.

Questa realtà - che nessuna dissertazione astratta può contraddire o cancellare - è dovuta all'esatta impostazione politica del Partito Nazionale Monarchico, attraverso la formula unitaria (« tutti i monarchici in un solo partito ») che garantisce la libertà di pensiero e di espressione a tutti gli aderenti al Partito (di diversa provenienza) coordinando la loro azione nel quadro di una comune politica.

Renato Ambrosi de Magistris
Dicembre 1956

Da allora sono passati 55 anni, ed in questo lasso di tempo è successo di tutto. Una cosa però ha mantenuto il suo valore; l'utilità del soggetto politico monarchico come l'unico modo per mantenere visibile e attuale il nostro ideale tra la gente comune !
Avanti con la costituente monarchica; avanti con la politica attiva !

giovedì 7 luglio 2011

Monarchici Toscana: Conferenza sulla No194

Monarchici Toscana: Conferenza sulla No194: "Da sinistra: avv. Pietro Guerini, Cav. Mauro Mazzoni, Magistrato Giacomo Rocchi, Avv. Massimo Mallucci, dott. Fabrizio Lastei Alleanza..."

mercoledì 6 luglio 2011

Votata l’introduzione delle quote rosa nei consigli di amministrazione

Quote rosa : che? 
(Votata l’introduzione delle quote rosa nei consigli di amministrazione)

Meno di una settimana fa, in Parlamento è stata votata in modo bipartisan (tutti d’accordo) l’introduzione delle quote rosa nei consigli di amministrazione delle società quotate in Borsa.
Desidero che non si abbiano dubbi in proposito, io personalmente considero questo provvedimento di estrema gravità. Peraltro, se fossi una donna mi sentirei pesantemente offesa. Cerco di entrare nella “parte”, …dovrei essere contenta forse, di sentirmi accettata in un cda solo perché sono donna? Ma allora la meritocrazia per questi buontemponi è una parola vuota? Dovrei forse vivere nel dubbio, di far parte di un cda senza avere le competenze necessarie soltanto perché lo prevede una legge?

Questa è una “legge” ridicola, anzi non è una legge, è una baggianata da frustrati mentali. Una imposizione che potrebbe incidere pesantemente sul futuro di queste aziende per legge, altro che riscontro negativo del libero mercato. 
Fino al 30 giugno, eravamo autorizzati pensare che, un cda, fosse composto delle migliori menti di quella tal azienda, … tutti uomini o tutte donne che fossero, dal primo di luglio, ciò potrebbe non essere più vero. È quindi un sicuro passo indietro nella competitività generale delle nostre aziende più quotate proprio in un momento di pesante crisi congiunturale. Un capolavoro di scemenza, che solo una dose letale di demagogia può spiegare!


A quando la pretesa per legge che nei cda delle aziende, debbano trovare posto dei neolaureati (per venire incontro alla disoccupazione giovanile) o di persone dislessiche, per favorire una loro effettiva integrazione nella società produttiva?
Torno a ripetere, il primato del merito, dove lo mettiamo?

Chiudo facendo una proposta : possiamo avanzare un disegno di legge che in futuro preveda una quota di persone “pensanti” a bilanciare in Parlamento quelle regolarmente elette?

Alberto Conterio - 06.07.2011
Alleanza Monarchica - Stella e Corona

domenica 3 luglio 2011

Monarchici in Rete: Che ci facciamo là?

Monarchici in Rete: Che ci facciamo là?: "Un altro Caduto. Un altro Soldato d'Italia perso in un paese lontano. Non possiamo che associarci al cordoglio nei confronti della Famiglia ..."