mercoledì 29 giugno 2011

L’ARALDO di Biella – Numero di Luglio 2011


L’ARALDO di Biella – Numero di Luglio 2011

In Allegato il nuovo numero de “L’ARALDO di Biella” di Luglio.

Numerosi i punti di riflessione anche questo mese 
Segnaliamo i seguenti articoli, che riteniamo attuali ed interessanti :

Ultimo minuto…
La manovra di Tremonti, tasse e tagli
Pagina 13

Politica
La destra non sa più comunicare
Pagina 4

L’Opinione…
Libertà di stampa e
diritto di informazione
Pagina 5

Notizie in breve
Obama elogia la…
Regina Elisabetta
Pagina 9

Dalla Redazione
Progetto Internet
Resoconto di un anno Pagina 12


Redazione de “L’ARALDO di Biella” - 29.06.2011


Numero on line : 07.2011 – Luglio 2011

martedì 28 giugno 2011

La fedeltà alla Patria e i parlamentari Leghisti

La fedeltà alla Patria e i parlamentari Leghisti

La lettera del Giorno
25 giugno 2011

L’europarlamentare Mario Borghezio, da Pontida, ha gridato il 19 giugno davanti alle telecamere di
Rai3: «Dell’Italia non mi frega un c… perché l’Italia per me non conta un c… Conta solo la Padania».
Le chiedo come sia possibile che malgrado le tanti leggi che affardellano l’Italia al punto da aver creato, caso unico in Europa, un ministero per la Semplificazione normativa, non ce ne sia una che preveda in tali casi l’immediata decadenza dal mandato.

Pierpaolo Merolla

Risponde Sergio Romano

Caro Merolla,
una legge simile a quella da lei invocata esisteva per il Parlamento del Regno dal 1882 ed era la pratica conseguenza di un articolo dello Statuto albertino in cui era scritto: «I Senatori e i Deputati, prima di essere ammessi all’esercizio delle loro funzioni, prestano il giuramento di essere fedeli al Re, di osservare lealmente lo Statuto e le leggi dello Stato, e di esercitare le loro funzioni col solo scopo del bene inseparabile del Re e della patria ».
 

Nel 1848, quando Carlo Alberto fece del Regno di Sardegna uno Stato costituzionale, quell’articolo parve perfettamente legittimo. Le sue tre parole principali “Re, Stato e patria” erano allora effettivamente, nella percezione generale, inseparabili.
La situazione cominciò a cambiare dopo l’Unità, quando sulla scena politica nazionale apparvero uomini che avevano sognato un’Italia repubblicana. Nel 1867 Carlo Cattaneo cedette alle insistenze degli amici e permise che il suo nome venisse inserito nelle liste dei candidati alla Camera. Ma quando giunse a Firenze (allora capitale del Regno), rifiutò di mettere piede a Palazzo Vecchio, sede del Parlamento, perché non voleva giurare fedeltà ai Savoia. Sei anni dopo, nel 1873, Felice Cavallotti, fondatore del Partito radicale, prestò giuramento, ma dopo avere contestato la validità dell’atto che gli veniva imposto. Lo stesso accadde nel caso di Andrea Costa, primo deputato socialista, eletto alla Camera nel 1882. Nel novembre di quell’anno, all’inizio della nuova legislatura, un deputato repubblicano, Giovanni Falleroni, aveva rifiutato di giurare ed era uscito dall’Aula.
Per tagliare corto e impedire che il fenomeno divenisse imbarazzante, il presidente del Consiglio Agostino Depretis, presentò alle Camere un progetto di legge che prevedeva la decadenza del mandato per i deputati che non avessero prestato giuramento entro due mesi dalla data della loro elezione. La legge fu approvata il 22 dicembre con 222 voti contro 45.
Da allora, caro Merolla, qualche centinaio di deputati italiani (repubblicani, socialisti, comunisti) hanno aggirato l’ostacolo giurando con riserva mentale. È questa probabilmente la ragione per cui il giuramento dei deputati non esiste più. Quando scrissero la carta fondamentale dello Stato, i costituenti vollero che il giuramento di fedeltà alla Repubblica venisse riservato al capo dello Stato, al presidente del Consiglio dei ministri e ai singoli ministri. Tornare al passato e prevedere la decadenza del mandato per i parlamentari «infedeli » sarebbe impossibile nel caso del Parlamento europeo e terribilmente anacronistico nel caso del Parlamento nazionale.
Ma accanto al giudizio dei tribunali esiste quello morale della pubblica opinione: che spero sarà, nel caso da lei segnalato, particolarmente severo.


lunedì 27 giugno 2011

E poi si parla di collaborazione ?

Monarchici in Rete: Monarchici che ci scrivono

Monarchici in Rete: Monarchici che ci scrivono: "Questo ci scrive un entusiasta giovanotto che va per gli 80: Carissimi, leggendo libri, giornali, riviste in questo periodo, a prescinde..."

martedì 21 giugno 2011

Opinioni Monarchiche: Ad un passo dal baratro

Opinioni Monarchiche: Ad un passo dal baratro: "Ad un passo dal baratro In quale Italia, un normale cittadino, aspira a risiedere, crescere i propri figli ed invecchiare in pace, sente..."

venerdì 17 giugno 2011

Lucca : Conferenza "Voglio Vivere"

Conferenza "Voglio Vivere"

Domenica 03 luglio 2011 con inizio alle ore 17:00 presso l’Hotel Eurostars (V.le Europa 1135 a Lucca subito dopo l’uscita dell’autostrada per Lucca accanto al Mc Donald’s Sala primo piano), si terrà una conferenza organizzata del Vice Coordinatore della Toscana di Stella eCorona Cav. Mauro Mazzoni sulla No194 dal titolo “Voglio vivere”.


Interverranno:
- il seg. naz. di Stella e Corona avv. Massimo Mallucci
- avv. Pietro Guerini portavoce nazionale comitato No194
- dott. Paolo Deotto storico, saggista, filosofo e direttore del periodico cattolico online Riscossa Cristiana
- dott. Giacomo Rocchi magistrato

mercoledì 15 giugno 2011

giovedì 9 giugno 2011

lunedì 6 giugno 2011

Opinioni Monarchiche: Nuovo fuoco dalle vecchie ceneri !

Opinioni Monarchiche: Nuovo fuoco dalle vecchie ceneri !: "Nuovo fuoco dalle vecchie ceneri ! Desidero aprire questa “fotografia” odierna, citando alcune strofe di un poema contenuto in un romanzo..."

venerdì 3 giugno 2011

La Repubblica ha sempre paura dei simboli monarchici !

Comunicato Stampa

“Nella ricorrenza del 150° la Repubblica ha ancora paura dei simboli monarchici” ?

Ieri, 2 giugno, come preannunciato, una delegazione di monarchici italiani era presente ai Fori Imperiali per onorare Le Forze Armate, ricordare Umberto II e i dieci milioni di connazionali che in occasione del Referendum istituzionale espressero il proprio favore all’istituto monarchico.
Posizionati al termine del percorso, in prossimità dell’Altare della Patria, sventolavano i Tricolori Sabaudi anche per omaggiare il Presidente Napolitano per ringraziarlo del suo deferente omaggio nel Pantheon al Re Vittorio Emanuele II, Padre della Patria il 17 marzo scorso.
Erano tra i presenti Angelo Novellino (Comitato l’Altro 2 Giugno), Alberto Claut (Segretario Nazionale del Movimento Monarchico Italiano), Massimo Mallucci (Segretario Nazionale di Alleanza Monarchica), il figlio dell’On Covelli, Gian Piero, e numerosi giovani giunti a Roma da molte parti d’Italia.
Le bandiere sabaude hanno sventolato pacificamente, senza cartelli o esclamazioni provocatorie fino a quando solerti funzionari della Polizia di Stato, senza tanti complimenti, hanno ritenuto di dover requisire due Tricolori poco prima del passaggio del Presidente Napolitano al termine della manifestazione: avrebbero disturbato la Sua sensibilità !
Una decina di persone del gruppo monarchico sono poi state fermate e identificate, le bandiere sono tate restituite con accompagnamento di commenti sarcastici e minacciosi “state calmi altrimenti vi portiamo in Questura a trascorrere il pomeriggio del 2 giugno”.
Ciò accadeva dopo che numerosi corpi delle Forze Armate avevano sfilato con uniformi del Regno d’Italia e insegne sabaude.
È nostra intenzione rivolgere al Capo dello Stato e al Ministro degli Interni l’invito a rendere noto alle Forze dell’Ordine che la Bandiera del Regno non è un simbolo sovversivo ma la bandiera dello Stato Italiano dal 17 marzo 1861 fino al 1946 e che nessuna norma di legge ne vieta l’uso e l’esposizione sia pure innanzi la persona del Capo dello Stato.

Comitato L’Altro 2 Giugno
Alleanza Monarchica
Movimento Monarchico Italiano

Roma, 03 giugno 2011