Questa, la monarchia che vorrei
Desidero ringraziare il Sig. Domenico Giglio per il suo
magistrale articolo comparso su “Italia Reale” di aprile 2012 dal titolo “Un
problema di Anagrafe” nel quale, senza giri di parole, conferma come il numero
dei monarchici italiani non solo sia in costante ed ineluttabile diminuzione,
ma che l’attuale numero dovrà scendere ancora. Egli individua nella scarsa
incisività delle associazioni e movimenti politici monarchici d’oggi la causa
scatenante, che sommata al fattore “tecnico” dell’anagrafe appunto sono la
conseguenza di questo declino. Ciò mi ha indotto ad una analisi - per quanto ne
sia capace - delle possibilità attuali per rivalutare e rendere appetibile il
nostro ideale monarchico ai grandi numeri degli elettori, possibile terreno
fertile su cui seminare. Ad oggi, che l’associazionismo classico, abbia fallito
il suo obiettivo, di tenere viva la causa monarchica all’interno della società
italiana grazie ad un’azione puramente culturale, è chiaro quanto l’obiettivo di
Alleanza Monarchica di ottenere lo stesso scopo per mezzo di una presenza
politica attiva, non ha portato dal 1972 ad oggi ad un miglior risultato.
Come invertire questo declino? Una risposta plausibile, che
mi ha subito conquistato, l’ho trovata grazie all’opera paziente e incessante
di pubblicazione su “Monarchici in Rete” dell’amico Roberto. Recentemente
infatti, sul portale ha trovato spazio un articolo pubblicato su “Il Borghese”
nell’ottobre del 1968 da Julius Evola. L’autore forniva in esso una chiara
opinione in merito, capace di annullare la mia lacuna, ed allo stesso tempo,
dopo quasi 45 anni, fornire ancor valida a tutti i monarchici italiani una
giustificazione dottrinale, cioè una
motivazione ideologica alla causa che abbiamo a cuore.
È indubbiamente un articolo forte, che ha il solo difetto di
suddividere l’agone politico italiano in destra e sinistra, ma solo perché fu
scritto in quel preciso contesto storico di contrapposizione. In esso l’autore
chiede a noi monarchici di guardarci allo specchio e di avere il coraggio di
rivalutare l’ideale monarchico, per mezzo di una rivalutazione delle sue
origini, smettendo di continuare ad adattare la monarchia al sentir comune
della società democratica per “stare al passo con i tempi”.
Evola scrisse, ed io concordo con lui, che la società
attuale non ha bisogno di un Re che rappresenta lo Stato come fosse un
soprammobile. L'idea di monarchia da rivalutare, implica prima di tutto che
questa rappresenti la legittimità del potere. La Corona, rappresentata dalla
Maestà del Re, dovrà tornare ad incarnare appunto questo prezioso valore della
società, ieri come oggi. Soprattutto oggi che ogni cosa è messa in discussione.
Il Sovrano rappresentando quindi la primogenitura del diritto, la salvaguardia
delle libertà individuali, il principio di cittadinanza allargata, così come il
sacrificio, il dovere e l'impegno, non rappresenterà lo Stato come un semplice
funzionario o un presidente della repubblica, il Sovrano tornerà ad essere lo
Stato, confermando quanto si usava dire un tempo in Valle d’Aosta (mia terra
d’origine) : “où est le Roi, là est la Patrie” …dove è il Re, vi è la Patria,
identificando nel Re, non un semplice rappresentante delle istituzioni, ma la
Patria stessa.
In questa “nuova” logica, che Evola definì “rivoluzionaria
rispetto alla condizione attuale di sovvertimento dello Stato”, l’Alleanza
Monarchica odierna, sbaglierebbe a partecipare alle competizioni elettorali,
calandosi nella realtà dei fatti politici come fanno gli altri partiti. In
questo modo infatti, noi oggi scendiamo idealmente un gradino, subordinando i
valori fondanti della società che agogniamo, ai programmi politici dei partiti
concorrenti. Evola, suggeriva invece di attenersi a proporre e predicare un
contesto completamente diverso, nel quale dovranno essere i partiti attuali a
doversi ricollocare.
Del resto è evidentissimo, che per noi monarchici non vi sia
spazio, e possibilità economiche tali da creare una possibilità nell’attuale
sistema vigente non ne avremmo mai. Tanto vale allora proporre la rivoluzione
dell’intero sistema, tentando di dare al denaro ed al potere politico - colonne
dell’attuale sistema, mascherate dietro il paravento simbolico della democrazia
- valori differenti dagli attuali.
Per comprendere in quale vicolo cieco siamo, ci viene in
aiuto una recente quanto negativa esperienza europea.
SM il Re Simeone di Bulgaria nel 2001, grazie al suo
prestigio personale, ed appoggiato da una elevatissima volontà popolare, era in
procinto di riottenere il suo Trono sulle ceneri, il caos ed il vuoto politico
causato dalla fine del totalitarismo socialista. Gli fu fatto credere però –
inducendolo in errore - che invece del suo naturale ruolo d’ago della bilancia
super partes e di guida, sarebbe stato maggiormente utile al suo popolo
occupandosi direttamente del Governo del Paese, con il risultato che, venne
velocemente impantanato nella palude dei veti incrociati dei politicanti di
mestiere. Egli non riuscì così ad imprimere un cambiamento di sistema
definitivo alla Bulgaria - nessuno del resto aveva il potere di fare quel
miracolo - ed il momento favorevole passò, assieme alla possibilità reale di
restaurare la Corona e quindi di rivoluzionare in meglio il sistema stesso del
Paese.
Evola nel ’68, ebbe il grosso merito di affermare nel suo
articolo - oggi più che mai valido e attuale - che, così come una monarchia
appare ed è superiore ad una repubblica, così deve essere e comportarsi un
partito monarchico nei confronti degli altri partiti nazionali. Alleanza
Monarchica quindi, dovrebbe porsi all’attenzione della gente non con argomenti
di politica pratica, ma evidenziando come un “robusto e corretto” sistema
istituzionale monarchico, contribuisca a portare qualsiasi argomento di
politica pratica a dare i migliori risultati, saltando anche gli ultimi quanto
antiquati riflessi ideologici tra destra e sinistra. Perché con un Sovrano
direttamente responsabile del lavoro del Governo, una riforma valida… non è
dettata da una destra o da una sinistra, ma semplicemente dal buon senso.
Risulta altresì evidentissimo il contrario. Le esperienze
degli ultimi vent’anni - di estrema conflittualità - confermano che anche la
migliore riforma, risulti avara di risultati quando è calata in una realtà
istituzionale diversa da quella monarchica.
Del resto, non è forse vero, che anche i principali partiti
repubblicani - democratici per definizione - pensano da anni ormai a
“premierati forti” o al “presidenzialismo” ?
La nostra attività politica quindi, dovrebbe essere
focalizzata nell’evidenziare e rendere comprensibile all’opinione pubblica le
opportunità rappresentate dalla monarchia nel quadro politico generale, quale
organo di controllo e di bilanciamento del clima politico nazionale, e di
contenimento degli eccessi della stessa politica.
Dobbiamo avere il coraggio insomma di uscire dagli schemi
ritenuti “politicamente-corretti”, e proporre un concetto “nuovo” di monarchia,
che rigetti la figura del Monarca rappresentativo che non governa, comoda alla
classica formula perbenista e “democratica” del Re “che regna ma non governa”,
rilanciando la figura forte di un Sovrano direttamente impegnato nella guida
del Paese con poteri decisionali che gli concedano non soltanto un’adeguata
opera Super Partes, ma anche e soprattutto una funzione di guida generale sui
valori fondanti che vorremmo dare alla nostra società, con il diritto di veto
sulla politica interna, estera ed economia della Nazione.
Come monarchico, dopo la lettura dell’articolo di Evola, ho
finalmente dissolto gli ultimi dubbi e indugi sull’utilità del Sovrano, perché
esso non sarà più un sostituto a vita dell’attuale ed inutile presidente della
repubblica, ma sarà il cardine fondante il nuovo ordine sociale e politico
della Nazione.
Questo “nuovo” Sovrano, non avrà bisogno di pindariche acrobazie
per essere legittimato nella sua funzione, ma sarà la sua stessa figura ed i
poteri che rappresenterà, a conferire la legittimità della proposta politica di
Alleanza Monarchica in favore del nostro Paese e degli italiani tutti.
A mio avviso quindi, basta con il tentativo di inserirsi nel
sistema attuale per modificarne il fine; occorre invece proporre un sistema
diverso da sostituire al presente - che faccia scalpore - nell’interesse
generale di tutti, anche della politica, oggi fortemente in crisi perché
paradossalmente senza un controllo in grado di frenarla e renderla “pulita”!
Sono convintissimo insomma, che il Sovrano deve tornare ad
essere il punto di riferimento del Paese e di una responsabile democrazia. In
esso, il Parlamento liberamente eletto non avrà più la possibilità di “guidare”
l’operato del Governo, che risponderà invece direttamente al Sovrano, che in
questo modo tornerà ad avere il diritto e il dovere di intervenire nei casi di
emergenza, con la possibilità di impedire derive rivoluzionarie o dittatoriali
così come impedire gli eccessi dannosi della volontà popolare (la possibilità
democratica che 5 scimmie analfabete possano prevalere su quattro premi nobel
ad esempio) per il bene della Nazione, annullando il condizionamento dei media,
senza deviazioni ed interessi, perché non legato a nessuna lobby di potere.
Solo in questo modo, l’istituto monarchico tornerà ad avere un senso e ad
attrarre a se l’attenzione di quanti, pur non essendo monarchici, potrebbero
sentirsi tali per le garanzie fornite alle persone ed al Paese da condizioni di
stabilità e continuità dell’autorità politica necessaria allo sviluppo ed al
progresso della nostra amata Patria.
Alberto Conterio - 17.04.2011
Commissario per il Piemonte
Alleanza Monarchica - Stella e Corona