martedì 17 aprile 2012

Questa, la monarchia che vorrei


Questa, la monarchia che vorrei

Desidero ringraziare il Sig. Domenico Giglio per il suo magistrale articolo comparso su “Italia Reale” di aprile 2012 dal titolo “Un problema di Anagrafe” nel quale, senza giri di parole, conferma come il numero dei monarchici italiani non solo sia in costante ed ineluttabile diminuzione, ma che l’attuale numero dovrà scendere ancora. Egli individua nella scarsa incisività delle associazioni e movimenti politici monarchici d’oggi la causa scatenante, che sommata al fattore “tecnico” dell’anagrafe appunto sono la conseguenza di questo declino. Ciò mi ha indotto ad una analisi - per quanto ne sia capace - delle possibilità attuali per rivalutare e rendere appetibile il nostro ideale monarchico ai grandi numeri degli elettori, possibile terreno fertile su cui seminare. Ad oggi, che l’associazionismo classico, abbia fallito il suo obiettivo, di tenere viva la causa monarchica all’interno della società italiana grazie ad un’azione puramente culturale, è chiaro quanto l’obiettivo di Alleanza Monarchica di ottenere lo stesso scopo per mezzo di una presenza politica attiva, non ha portato dal 1972 ad oggi ad un miglior risultato.

Come invertire questo declino? Una risposta plausibile, che mi ha subito conquistato, l’ho trovata grazie all’opera paziente e incessante di pubblicazione su “Monarchici in Rete” dell’amico Roberto. Recentemente infatti, sul portale ha trovato spazio un articolo pubblicato su “Il Borghese” nell’ottobre del 1968 da Julius Evola. L’autore forniva in esso una chiara opinione in merito, capace di annullare la mia lacuna, ed allo stesso tempo, dopo quasi 45 anni, fornire ancor valida a tutti i monarchici italiani una giustificazione dottrinale, cioè una  motivazione ideologica alla causa che abbiamo a cuore.


È indubbiamente un articolo forte, che ha il solo difetto di suddividere l’agone politico italiano in destra e sinistra, ma solo perché fu scritto in quel preciso contesto storico di contrapposizione. In esso l’autore chiede a noi monarchici di guardarci allo specchio e di avere il coraggio di rivalutare l’ideale monarchico, per mezzo di una rivalutazione delle sue origini, smettendo di continuare ad adattare la monarchia al sentir comune della società democratica per “stare al passo con i tempi”.

Evola scrisse, ed io concordo con lui, che la società attuale non ha bisogno di un Re che rappresenta lo Stato come fosse un soprammobile. L'idea di monarchia da rivalutare, implica prima di tutto che questa rappresenti la legittimità del potere. La Corona, rappresentata dalla Maestà del Re, dovrà tornare ad incarnare appunto questo prezioso valore della società, ieri come oggi. Soprattutto oggi che ogni cosa è messa in discussione. Il Sovrano rappresentando quindi la primogenitura del diritto, la salvaguardia delle libertà individuali, il principio di cittadinanza allargata, così come il sacrificio, il dovere e l'impegno, non rappresenterà lo Stato come un semplice funzionario o un presidente della repubblica, il Sovrano tornerà ad essere lo Stato, confermando quanto si usava dire un tempo in Valle d’Aosta (mia terra d’origine) : “où est le Roi, là est la Patrie” …dove è il Re, vi è la Patria, identificando nel Re, non un semplice rappresentante delle istituzioni, ma la Patria stessa.

In questa “nuova” logica, che Evola definì “rivoluzionaria rispetto alla condizione attuale di sovvertimento dello Stato”, l’Alleanza Monarchica odierna, sbaglierebbe a partecipare alle competizioni elettorali, calandosi nella realtà dei fatti politici come fanno gli altri partiti. In questo modo infatti, noi oggi scendiamo idealmente un gradino, subordinando i valori fondanti della società che agogniamo, ai programmi politici dei partiti concorrenti. Evola, suggeriva invece di attenersi a proporre e predicare un contesto completamente diverso, nel quale dovranno essere i partiti attuali a doversi ricollocare.
Del resto è evidentissimo, che per noi monarchici non vi sia spazio, e possibilità economiche tali da creare una possibilità nell’attuale sistema vigente non ne avremmo mai. Tanto vale allora proporre la rivoluzione dell’intero sistema, tentando di dare al denaro ed al potere politico - colonne dell’attuale sistema, mascherate dietro il paravento simbolico della democrazia - valori differenti dagli attuali.

Per comprendere in quale vicolo cieco siamo, ci viene in aiuto una recente quanto negativa esperienza europea.
SM il Re Simeone di Bulgaria nel 2001, grazie al suo prestigio personale, ed appoggiato da una elevatissima volontà popolare, era in procinto di riottenere il suo Trono sulle ceneri, il caos ed il vuoto politico causato dalla fine del totalitarismo socialista. Gli fu fatto credere però – inducendolo in errore - che invece del suo naturale ruolo d’ago della bilancia super partes e di guida, sarebbe stato maggiormente utile al suo popolo occupandosi direttamente del Governo del Paese, con il risultato che, venne velocemente impantanato nella palude dei veti incrociati dei politicanti di mestiere. Egli non riuscì così ad imprimere un cambiamento di sistema definitivo alla Bulgaria - nessuno del resto aveva il potere di fare quel miracolo - ed il momento favorevole passò, assieme alla possibilità reale di restaurare la Corona e quindi di rivoluzionare in meglio il sistema stesso del Paese.

Evola nel ’68, ebbe il grosso merito di affermare nel suo articolo - oggi più che mai valido e attuale - che, così come una monarchia appare ed è superiore ad una repubblica, così deve essere e comportarsi un partito monarchico nei confronti degli altri partiti nazionali. Alleanza Monarchica quindi, dovrebbe porsi all’attenzione della gente non con argomenti di politica pratica, ma evidenziando come un “robusto e corretto” sistema istituzionale monarchico, contribuisca a portare qualsiasi argomento di politica pratica a dare i migliori risultati, saltando anche gli ultimi quanto antiquati riflessi ideologici tra destra e sinistra. Perché con un Sovrano direttamente responsabile del lavoro del Governo, una riforma valida… non è dettata da una destra o da una sinistra, ma semplicemente dal buon senso.
Risulta altresì evidentissimo il contrario. Le esperienze degli ultimi vent’anni - di estrema conflittualità - confermano che anche la migliore riforma, risulti avara di risultati quando è calata in una realtà istituzionale diversa da quella monarchica.
Del resto, non è forse vero, che anche i principali partiti repubblicani - democratici per definizione - pensano da anni ormai a “premierati forti” o al “presidenzialismo” ?

La nostra attività politica quindi, dovrebbe essere focalizzata nell’evidenziare e rendere comprensibile all’opinione pubblica le opportunità rappresentate dalla monarchia nel quadro politico generale, quale organo di controllo e di bilanciamento del clima politico nazionale, e di contenimento degli eccessi della stessa politica. 
Dobbiamo avere il coraggio insomma di uscire dagli schemi ritenuti “politicamente-corretti”, e proporre un concetto “nuovo” di monarchia, che rigetti la figura del Monarca rappresentativo che non governa, comoda alla classica formula perbenista e “democratica” del Re “che regna ma non governa”, rilanciando la figura forte di un Sovrano direttamente impegnato nella guida del Paese con poteri decisionali che gli concedano non soltanto un’adeguata opera Super Partes, ma anche e soprattutto una funzione di guida generale sui valori fondanti che vorremmo dare alla nostra società, con il diritto di veto sulla politica interna, estera ed economia della Nazione.

Come monarchico, dopo la lettura dell’articolo di Evola, ho finalmente dissolto gli ultimi dubbi e indugi sull’utilità del Sovrano, perché esso non sarà più un sostituto a vita dell’attuale ed inutile presidente della repubblica, ma sarà il cardine fondante il nuovo ordine sociale e politico della Nazione.
Questo “nuovo” Sovrano, non avrà bisogno di pindariche acrobazie per essere legittimato nella sua funzione, ma sarà la sua stessa figura ed i poteri che rappresenterà, a conferire la legittimità della proposta politica di Alleanza Monarchica in favore del nostro Paese e degli italiani tutti.
A mio avviso quindi, basta con il tentativo di inserirsi nel sistema attuale per modificarne il fine; occorre invece proporre un sistema diverso da sostituire al presente - che faccia scalpore - nell’interesse generale di tutti, anche della politica, oggi fortemente in crisi perché paradossalmente senza un controllo in grado di frenarla e renderla “pulita”!

Sono convintissimo insomma, che il Sovrano deve tornare ad essere il punto di riferimento del Paese e di una responsabile democrazia. In esso, il Parlamento liberamente eletto non avrà più la possibilità di “guidare” l’operato del Governo, che risponderà invece direttamente al Sovrano, che in questo modo tornerà ad avere il diritto e il dovere di intervenire nei casi di emergenza, con la possibilità di impedire derive rivoluzionarie o dittatoriali così come impedire gli eccessi dannosi della volontà popolare (la possibilità democratica che 5 scimmie analfabete possano prevalere su quattro premi nobel ad esempio) per il bene della Nazione, annullando il condizionamento dei media, senza deviazioni ed interessi, perché non legato a nessuna lobby di potere. Solo in questo modo, l’istituto monarchico tornerà ad avere un senso e ad attrarre a se l’attenzione di quanti, pur non essendo monarchici, potrebbero sentirsi tali per le garanzie fornite alle persone ed al Paese da condizioni di stabilità e continuità dell’autorità politica necessaria allo sviluppo ed al progresso della nostra amata Patria.

Alberto Conterio - 17.04.2011
Commissario per il Piemonte
Alleanza Monarchica - Stella e Corona