giovedì 7 ottobre 2010

dall'intervista a SAR il Principe Amedeo di Savoia Duca d'Aosta

DECISO  INTERVENTO DEL  PRINCIPE AMEDEO DI SAVOIA  AOSTA
In occasione di un'intervista, pubblicata da "La Stampa",  nella rubrica curata da Alain Elkan, il Duca d'Aosta interviene sulla situazione italiana in modo preciso e diretto.

Non ha usato mezzi termini,  il Duca Amedeo di Savoia Aosta, nel rispondere alle domande che gli sono state poste sulla situazione italiana, nell'intervista  concessa ad Alain Elkan.
Per il Principe Sabaudo "La classe politica è troppo litigiosa e non ha il senso dello Stato".  Incalza, ancora, il Duca d'Aosta denunciando una generalizzata mancanza di  Valori, nonchè uno scarso rispetto per la "Sacralità".  Il riferimento a questo principio viene dimenticato solitamente da tutti, come se il "Sacro" non esistesse.  La crisi che attraversiamo, in effetti, è anche dovuta a un attacco mirato a questo valore che, per generazioni, è stato alla base dell'educazione che le famiglie hanno tramandato ai propri figli.  Giusto il riferimento del Principe Amedeo ai volgari e continui attacchi alla figura del Papa.
I suoi giudizi diventano vere e proprie "stilettate" quando afferma che, guardando al passato, vede emergere veri e propri statisti; "Oggi", afferma il Duca d'Aosta, "Non vedo degli statisti".  Nel corso dell'intervista dimostra, ovviamente, rispetto per il Capo dello Stato, così come si deve avere per le Istituzioni, in quanto tali, senza rinunciare a rivendicare un ruolo essenziale per la Monarchia che definisce: "Un collante positivo per il popolo", ricordando che "Il Re viene educato fin da ragazzo a prepararsi al Suo lavoro...".  Anche sulle celebrazioni dei centocinquant'anni dalla proclamazione del Regno d'Italia, il Duca d'Aosta ha rivendicato il ruolo di Vittorio Emanuele II, primo Re della nostra Patria unita, lamentando l'oblio diffuso su questo personaggio.  Sicuramente non fazioso, come coloro che si sono impossessati della nostra storia, il Principe Amedeo ha ricordato, in modo generoso e veramente "al di sopra delle parti", personaggi come Mazzini, Cavour ed altri.
Ha,  poi,  indicato un percorso che intende seguire da Torino alla Sicilia.
L'intervista ha anche toccato argomenti di vita quotidiana che ha permesso al Principe Sabaudo di ricordare la propria passione per la ricerca storica, lo studio che sta seguendo sulle attività, in Africa, dello zio Duca  Amedeo di Savoia.  Ha anche rivendicato una sua passione per la botanica e la difesa dell'ambiente, che caratterizzano la sua personalità e la sua azione.


PRESA DI POSIZIONE DEL CARDINALE BAGNASCO

Il Cardinale Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, è intervenuto, in modo assai severo, sul clima che caratterizza la politica nel nostro Paese e, così, ha affermato: "l'affezione per la cosa pubblica sta scemando, privilegiando ciascuno beni di piccolo cabotaggio e senza prospettiva alcuna, mentre il consenso intorno al bene comune è sempre più rarefatto".
Nel corso del suo intervento, il Cardinale è tornato a ripetere un auspicio, espresso dal Pontefice, riguardante una "nuova generazione di politici cattolici", necessaria oggi più che mai. 
E' come se la Chiesa Italiana, toccasse con mano la crisi morale profonda, esistente nel nostro Paese.  L'oligarchia che si è impadronita del potere, ormai senza alternative e possibilità di cambiamento, viste le leggi elettorali che impediscono al popolo, con le liste bloccate, di scegliere i candidati.  La mancanza, poi, di un Re, diciamo noi, al di sopra delle parti, al di sopra delle regioni e degli interessi, allontana sempre più, il popolo dalla politica.
Ci domandiamo se a qualche alto prelato sia tornata in mente la presenza del Partito Monarchico e l'azione svolta per la difesa dei valori fondamentali, riguardanti la famiglia, la vita, la giustizia sociale e se sia tornato in mente, a qualcuno,  "la guerra" che la Democrazia Cristiana, soprattutto nella sua componente Morotea, fece al nostro partito, negli anni sessanta.  Fu un errore enorme, in quanto sbilanciò la politica italiana, privando la democrazia cristiana, appunto, di una alternativa "a destra", per farle imboccare una strada senza uscita che il Cardinale Siri, Arcivescovo di Genova, aveva, allora, condannato temendo, in pratica, tutto ciò che,  "tragicamente",  è avvenuto. 

06.10.2010 - Alleanza Monarchica - Stella e Corona