Onore ai nostri caduti
Fermiamo un’immagine di questo fine settembre. Tra la fine di della passata settimana e l’inizio di questa, non si è parlato d’altro o quasi dei nostri soldati morti a Kabul in Afganistan.
Non è, che questo lasso di tempo non abbia visto le solite pagliacciate, le solite meschinità, le solite pochezze di una società ormai allo sbando, una società priva in generale di solidi valori, ma ricca di insulse particolarità, di pretestuose differenze che hanno lo scopo unico di minare l’unità di chi si sente italiano oggi… che parolaccia !
Fermiamo un’immagine di questo fine settembre. Tra la fine di della passata settimana e l’inizio di questa, non si è parlato d’altro o quasi dei nostri soldati morti a Kabul in Afganistan.
Non è, che questo lasso di tempo non abbia visto le solite pagliacciate, le solite meschinità, le solite pochezze di una società ormai allo sbando, una società priva in generale di solidi valori, ma ricca di insulse particolarità, di pretestuose differenze che hanno lo scopo unico di minare l’unità di chi si sente italiano oggi… che parolaccia !
Certo l’eco dei gossip sul Presidente del consiglio è ancora forte, così come si sentono in sottofondo le risate dovute - sembra - agli evidenti brogli attuati nelle sezione del PD per la scelta dei candidati da proporre alle primarie della sinistra, una sinistra che osa ancora parlare di questione morale ma che per fortuna risulta essere sull’orlo dell’estinzione naturale al pari purtroppo degli scoiattoli europei.
Sono argomenti comunque che ci importano meno di nulla.
Ciò che mi preme invece, è evidenziare il sacrificio di questi 6 ragazzi della migliore Italia possibile.
6 ragazzi che questo meraviglioso Paese, nonostante decenni interi di decadenza morale dovuti ad una repubblica che ha saputo affondare se stessa è ancora capace di produrre. Questi sono Uomini con la “U” maiuscola che non cercano lo sballo, non vogliono scorciatoie per un impiego sicuro o scorciatoie illegali per far denaro, non perdono la loro dignità dal lunedì al venerdì per fare gli imbecilli al sabato e alla domenica.
Grazie al cielo in questo nostro squinternato Paese c’è ancora chi, mosso da valori che ci hanno fatti grandi in passato, sceglie la carriera delle armi, e si trova a migliaia di chilometri da casa, dagli affetti, da madri e fidanzate e mogli, perché il dovere lo ha chiamato lì. Questi Uomini non lo fanno certo per la lauta paga. Quando c’è di mezzo la vita, i soldi non sono poi così determinanti. Lo fanno perché credono nella loro opera di salvaguardia e di prevenzione della pace. Forse dovremmo tutti ripensare alle nostre opinioni in momenti come questi e ravvederci di certe nostre “certezze” maturate nel tepore delle nostre agiate abitazioni, lontani da ogni pericolo.
Perché morire a Kabul ?, forse vale la pena pensare che ogni nostro soldato morto in quelle terre sia servito nel mondo a salvare forse 10, 100, 1000 ragazze arabe accusate dai loro padri - succubi di una civiltà retrograda e imbonita - di infrangere la tradizione dell’Islam, amando un ragazzo occidentale di fede cristiana !
Potrebbe essere una ragione sufficiente a giustificare delle morti comunque difficili da accettare ? Forse si, forse no, ma in ogni caso se non siamo in grado di stabilirlo, è sufficiente sapere che sono morti nell’adempimento del loro dovere per portargli il dovuto e meritato rispetto.
Gloria infinita per questi soldati, a questi Eroi, che ringraziamo come si devono ringraziare gli amici che donano la loro vita per salvare la nostra.
Non abbiamo invece parole per chi, anche in queste circostanze non ha saputo frenare il delirio di azioni insultanti, o la vergogna di parole ignobili.
Per le parole o le allusioni, si sono distinti i politici di ogni schieramento politico secondo una tradizione ormai consolidata in questa repubblica di polemizzare su tutto, ma anche tanti “bravi” maestri e professori della nostra qualificata scuola pubblica, che in barba al dichiarato lutto nazionale, si sono rifiutati di osservare un minuto di silenzio per onorare i caduti, confermando che a scuola, ci vanno per far politica, e non ad insegnare !
Non meritano nemmeno una parola invece gli imbecilli che hanno imbrattato muri con scritte oltraggiose, tipo “-6”. Viene da augurare loro di trovare posto sul prossimo treno, autobus o locale preso di mira da questi terroristi attentatori, oppure c’è da auguragli che potessero venire in contatto per cinque minuti soltanto con i commilitoni dei caduti.
Come non merita commento un “piccolo” Parroco del Lecchese, che dal suo sito internet, si è permesso di sputare insulti all’indirizzo di questi soldati “sparlando” della solita retorica pacifista. Certo essere Preti, non vuol dire essere nel giusto per forza, e questo caso ci conferma la regola.
Onore ai nostri caduti per concludere, …e viva L’Italia buona così ben rappresentata dai nostri Soldati ieri come oggi !
Ufficio Stampa - 23.09.2009
Sono argomenti comunque che ci importano meno di nulla.
Ciò che mi preme invece, è evidenziare il sacrificio di questi 6 ragazzi della migliore Italia possibile.
6 ragazzi che questo meraviglioso Paese, nonostante decenni interi di decadenza morale dovuti ad una repubblica che ha saputo affondare se stessa è ancora capace di produrre. Questi sono Uomini con la “U” maiuscola che non cercano lo sballo, non vogliono scorciatoie per un impiego sicuro o scorciatoie illegali per far denaro, non perdono la loro dignità dal lunedì al venerdì per fare gli imbecilli al sabato e alla domenica.
Grazie al cielo in questo nostro squinternato Paese c’è ancora chi, mosso da valori che ci hanno fatti grandi in passato, sceglie la carriera delle armi, e si trova a migliaia di chilometri da casa, dagli affetti, da madri e fidanzate e mogli, perché il dovere lo ha chiamato lì. Questi Uomini non lo fanno certo per la lauta paga. Quando c’è di mezzo la vita, i soldi non sono poi così determinanti. Lo fanno perché credono nella loro opera di salvaguardia e di prevenzione della pace. Forse dovremmo tutti ripensare alle nostre opinioni in momenti come questi e ravvederci di certe nostre “certezze” maturate nel tepore delle nostre agiate abitazioni, lontani da ogni pericolo.
Perché morire a Kabul ?, forse vale la pena pensare che ogni nostro soldato morto in quelle terre sia servito nel mondo a salvare forse 10, 100, 1000 ragazze arabe accusate dai loro padri - succubi di una civiltà retrograda e imbonita - di infrangere la tradizione dell’Islam, amando un ragazzo occidentale di fede cristiana !
Potrebbe essere una ragione sufficiente a giustificare delle morti comunque difficili da accettare ? Forse si, forse no, ma in ogni caso se non siamo in grado di stabilirlo, è sufficiente sapere che sono morti nell’adempimento del loro dovere per portargli il dovuto e meritato rispetto.
Gloria infinita per questi soldati, a questi Eroi, che ringraziamo come si devono ringraziare gli amici che donano la loro vita per salvare la nostra.
Non abbiamo invece parole per chi, anche in queste circostanze non ha saputo frenare il delirio di azioni insultanti, o la vergogna di parole ignobili.
Per le parole o le allusioni, si sono distinti i politici di ogni schieramento politico secondo una tradizione ormai consolidata in questa repubblica di polemizzare su tutto, ma anche tanti “bravi” maestri e professori della nostra qualificata scuola pubblica, che in barba al dichiarato lutto nazionale, si sono rifiutati di osservare un minuto di silenzio per onorare i caduti, confermando che a scuola, ci vanno per far politica, e non ad insegnare !
Non meritano nemmeno una parola invece gli imbecilli che hanno imbrattato muri con scritte oltraggiose, tipo “-6”. Viene da augurare loro di trovare posto sul prossimo treno, autobus o locale preso di mira da questi terroristi attentatori, oppure c’è da auguragli che potessero venire in contatto per cinque minuti soltanto con i commilitoni dei caduti.
Come non merita commento un “piccolo” Parroco del Lecchese, che dal suo sito internet, si è permesso di sputare insulti all’indirizzo di questi soldati “sparlando” della solita retorica pacifista. Certo essere Preti, non vuol dire essere nel giusto per forza, e questo caso ci conferma la regola.
Onore ai nostri caduti per concludere, …e viva L’Italia buona così ben rappresentata dai nostri Soldati ieri come oggi !
Ufficio Stampa - 23.09.2009