sabato 13 novembre 2010

Abolizione del Vitalizio ? ...neanche per sogno !

Abolizione del Vitalizio ai parlamentari ? …neanche per sogno !

Il giorno 21 settembre 2010 il Deputato Antonio Borghesi dell'Italia dei Valori ha proposto
l'abolizione del vitalizio che spetta ai parlamentari dopo solo 5 anni di legislatura in quanto
affermava cha tale trattamento risultava iniquo rispetto a quello previsto dai lavoratori che
devono versare 40 anni di contributi per avere diritto ad una pensione. 


Indovinate un po' come è andata a finire ! :

Presenti 525
Votanti 520
Astenuti 5

Maggioranza 261

Favorevoli alla proposta 22
Contrari alla proposta 498

E poi viene comunemente creduto, che sia impossibile mettere d’accordo la destra con la sinistra !!!
Non ne hanno dato notizia né radio, né giornali, né Televisione ovviamente.
VERGOGNA !!!

Ecco un estratto del discorso presentato alla Camera :

Penso che nessun cittadino e nessun lavoratore al di fuori di qui possa accettare
l’idea che gli si chieda, per poter percepire un vitalizio o una pensione, di versare
contributi per quarant’anni, quando qui dentro sono sufficienti cinque anni per
percepire un vitalizio. È una distanza tra il Paese reale e questa istituzione che deve essere
ridotta ed evitata. Non sarà mai accettabile per nessuno che vi siano persone che hanno fatto il
parlamentare per un giorno - ce ne sono tre - e percepiscono più di 3.000 euro al mese di
vitalizio. Non si potrà mai accettare che ci siano altre persone rimaste qui per sessantotto
giorni, dimessisi per incompatibilità, che percepiscono un assegno vitalizio di più di 3.000
euro al mese. C’è la vedova di un parlamentare che non ha mai messo piede materialmente
in Parlamento, eppure percepisce un assegno di reversibilità.
Credo che questo sia un tema al quale bisogna porre rimedio e la nostra proposta, che stava in
quel progetto di legge e che sta in questo ordine del giorno, è che si provveda alla
soppressione degli assegni vitalizi, sia per i deputati in carica che per quelli cessati,
chiedendo invece di versare i contributi che a noi sono stati trattenuti all’ente di
previdenza, se il deputato svolgeva precedentemente un lavoro, oppure al fondo che l’INPS
ha creato con gestione a tassazione separata.
Ciò permetterebbe ad ognuno di cumulare quei versamenti con gli altri nell’arco della
sua vita e, secondo i criteri normali di ogni cittadino e di ogni lavoratore,
percepirebbe poi una pensione conseguente ai versamenti realizzati.
Proprio la Corte costituzionale, con la sentenza richiamata dai colleghi questori, ha permesso
invece di dire che non si tratta di una pensione, che non esistono dunque diritti quesiti e che,
con una semplice delibera dell’Ufficio di Presidenza, si potrebbe procedere nel senso da noi
prospettato, che consentirebbe di fare risparmiare al bilancio della Camera e anche a
tutti i cittadini e ai contribuenti italiani circa 150 milioni di euro l’anno.

Tratto dal Sito del Deputato Borghesi