giovedì 28 marzo 2013

Stallo repubblicano



Stallo repubblicano

28 marzo 2013

La parabola discendente del povero Bersani è quasi giunta al termine, da domani la “palla” torna nelle mani del Capo dello Stato, che ormai impotente, non potrà che trascinare questa tragedia nel ridicolo. Essendo infatti prossimo al termine del suo mandato, Egli infatti, non può più sciogliere le camere, dimostrando nei fatti l’inutilità del “dinamismo” repubblicano tanto decantato, dal momento che per Legge, ci troviamo in stallo senza poter agire secondo necessità.
Chiaro quindi che, con gli attuali equilibri politici usciti dalle urne a fine febbraio e i pregiudizi di base di due delle tre principali forze politiche parlamentari, mai si potrà giungere alla maggioranza necessaria a formare un esecutivo.
Compreso ciò, da tutti gli attori in scena, Bersani compreso, non rimarrebbe che tornare alle urne in tempi strettissimi, ma come ho scritto poc’anzi non si può.


Non si può, perché gli orpelli necessari a garantire un velo di legittimità a questa repubblica, nata da una frode e mantenutasi grazie a continui imbrogli e tanta tanta presunzione, stabiliscono che il suo Presidente, entrando negli ultimi sei mesi del suo mandato settennale, non possa più prendere decisioni (come lo scioglimento delle camere) tali da impegnare l’avvio del mandato presidenziale successivo. In pratica ciò, decreta nel particolare momento che viviamo (crisi economica, crisi sociale, necessità di riforme, mancanza di un governo, particolarità degli orientamenti politici dei cittadini, necessità dei mercati di avere dall’Italia garanzie di stabilità ecc. ecc.) uno stallo politico e istituzionale. Uno stallo di una gravità inaudita, che, proprio nel momento in cui occorrerebbe invece essere pronti ad un cambio di passo deciso, riduce il raggio d’azione dei poteri del Capo dello Stato inibendo parte delle opzioni disponibili. Uno stallo dovuto per intero quindi, alla mancanza di guida sopra alle parti, in grado di dare un contributo costante ed equilibrato al buon funzionamento delle Istituzioni. In sostanza scopriamo che se oggi, avessimo potuto contare su un Sovrano ereditario invece di un Presidente eletto, non saremmo ostacolati nelle decisioni che occorrerebbe prendere con immediatezza.
Siccome la Monarchia che proponiamo, viene considerata soltanto il sogno di un gruppo “parrucconi fuori dal tempo”, ci teniamo il nostro carrozzone repubblicano, e dovremo così attendere tutta una serie di rituali tanto antiquati quanto inutili (consultazioni, moine, inchini, minuetti e protocolli vari) per giungere tra una settimana circa a regolarizzare ciò che sappiamo da settimane, cioè che un nuovo governo non si può fare. Così, il governo in carica, quello dei vergognosissimi tecnici del Presidente Napolitano, che hanno certificato la loro totale inadeguatezza con “l’affare Marò”, dovranno restare in sella (senza poter operare) il tempo necessario a eleggere un nuovo inquilino del Quirinale (altro affare di non facile soluzione credo, …tra tiri incrociati, accordi sottobanco, interessi e intrallazzi vari) perché costui, una volta insediatosi finalmente al Colle, possa utilizzare tutte le prerogative che gli sono concesse dalla Costituzione, sboccando la situazione con lo sciogliendo delle camere per nuove elezioni. 
Qualcuno comunque, spera ancora che Giorgio Napolitano, convochi in extremis il solito Giuliano Amato (pensionato tutto fare da oltre 30.000 Euro al mese), altro Professore a fare il bis al governo tecnico del Senatore Monti. Dio ci scampi. Oltre alla sua già provata “professionalità” sarebbe infatti un’ulteriore perdita di prezioso tempo!
Del resto, ciò che resta della dignità dell’attuale Presidente della repubblica dovrebbe impedire quest’altro passo nella nebbia, quando la drammaticità del momento storico, richiederebbe al contrario ampie e chiarissime vedute per essere risolto.

Ci fosse un articolo sulla stampa, un servizio televisivo o una voce fuori dal coro, che riuscisse a trasmettere questa semplice verità, alle masse indottrinate di questo povero Paese, il problema l’avremmo risolto alla radice!

Alberto Conterio
Italia Reale – Stella e Corona