giovedì 23 aprile 2009

La festa della Liberazione

“Combattenti della Guerra di Liberazione!
A Voi, nell'Annuale della Liberazione, torna l'animo riconoscente e memore dei cittadini.
Allorché tutto sembrava perduto, Voi mostraste cosa possano l'amore per la Patria e la fede nel suo avvenire.
E, con il Vostro eroismo, avete arricchito l'epopea italica di nuove gesta.
Rapidamente riordinati, i soldati di una guerra pur sempre eroicamente combattuta tornarono primi all'attacco; i marinai continuarono a tener alta sul mare la Bandiera mai ammainata; gli aviatori ripresero con l'antico sprezzo della morte, i combattimenti nel cielo, a tutti affiancandosi con fraterna gara di patriottismo, di dedizione e di audacia, i partigiani che ben sapevano di coinvolgere nella lotta anche le loro famiglie.
Queste forze vive ed eroiche diedero alla vittoria delle potenti armi alleate un contributo ogni giorno più evidente e sicuro, ogni giorno più lealmente riconosciuto.
Quando un popolo in così aspro travaglio non cede di fronte alla immensità della sciagura ed alla avversità del destino, ma trova nelle fibre profonde della stirpe il coraggio per non disperare e la forza per lottare ancora, quel popolo può alzare la fronte davanti a tutto il mondo e affermarsi degno di un migliore avvenire.
E questo l'Italia lo deve a Voi, soldati, marinai, avieri e partigiani.
La Patria vi ringrazia. Viva l'Italia”

(Roma, 25 aprile 1946 - Umberto di Savoia)


E’ certo che questo può considerarsi il primo e l’unico anniversario della liberazione come vorremmo che fosse davvero, …una festa di unione di tutti gli italiani.
I numerosi tentativi del nostro attuale Presidente della repubblica Giorgio Napolitano di “iniettarci” a forza questo sentimento è di fatto vanificato dalle sue stesse parole come di quelle dei suoi numerosi predecessori. Anche durante la sua visita di ieri 22.04.2009 a Torino. “ La Resistenza -ricordava- dai primi giorni seguiti alla firma dell'armistizio e al crollo dell'8 settembre 1943 fino ai gloriosi momenti conclusivi della Liberazione delle nostre città e della nostra terra, non può perciò appartenere solo a una parte della Nazione, ma deve porsi al centro di uno sforzo volto a “ ricomporre, in spirito di verità '' come dissi nel mio primo messaggio al Parlamento “la Storia della nostra Repubblica. Dobbiamo giungere sempre più decisamente a questa condivisione, a questo comune sentire storico "

Parlando di questo “spirito di verità” rimane da comprendere come possano i sentimenti di tanti soldati delle forze armate e dei partigiani che combatterono il nazifascismo per fedeltà al Re ed alla bandiera della nostra Patria (verde, bianca …e anche rossa), ad identificarsi in questa repubblica che vogliamo a forza fondata sulla resistenza. Noi Monarchici, pur ribadendo con forza che “la resistenza” e “l’avvento della repubblica” sono due ben distinti capitoli della nostra storia che si vogliono “maritare” erroneamente, ci chiediamo con curiosità su quale resistenza si vuole fondata l’attuale repubblica !
Siamo certi che non si fondò sui combattenti che abbiamo poc’anzi ricordato. Ecco quindi che mi sento sereno nell’affermare che il 25 aprile non può essere la festa di tutti gli italiani. In passato sicuramente, ma nemmeno oggi !

Il persistere di questo falso “credo” che vede il binomio resistenza - repubblica porta in seno il seme della discordia, che evidentemente si vuole coltivare.
Festeggeremo a parte, noi Italiani e noi monarchici, in ricordo di chi ha dato la vita per la libertà della Patria, fieri di rappresentare davvero i valori della resistenza come ricordato dal Re all’Italia, …tutta l’Italia !

da Opinioni Monarchiche