mercoledì 7 ottobre 2009

Disastro di Messina - 2009

Disastro di Messina - Alluvione 2009
Fatti, polemiche e considerazioni


Vogliamo in questo numero, essere vicini ai nostri fratelli italiani di Sicilia per la sciagura che li ha così duramente colpiti.
Chi come noi, ha avuto modo di vedere di persona gli effetti terribili delle alluvioni sulle case, sulle attività, sul territorio e sul morale della gente, può farlo con cognizione di causa.
Noi sappiamo sulla nostra esperienza che nessun aiuto, anche il più rapido ed il più fraterno può alleviare la disperazione di dover ripartire nel freddo del fango.

Abbiamo quindi deciso di riportare i fatti accaduti per dovere di cronaca, utilizzando le informazioni divulgate da “Corriere del Ticino”. Sono notizie sintetiche, ma hanno il pregio d’essere riportate “pulite” dalle polemiche, cosa che i media italiani non sanno fare da un pezzo !

Dal Corriere del Ticino (ats-ansa)
3 ottobre 2009

MESSINA - In seguito all'alluvione che ha investito giovedì sera Messina portando distruzione e morte si continua a lavorare nelle zone colpite, una fascia di 3,5 km che comprende Briga Marina, Giampilieri, Molino, Scaletta Zanclea e Scaletta Marea, alla ricerca dei dispersi. Questa mattina sono stati estratti altri due corpi dalle macerie, facendo salire il bilancio a 21 morti, un'ottantina di feriti e di oltre 400 sfollati.
Nella notte è stata completata l'evacuazione di Giampilieri: 435 persone che si erano rifugiate nella scuola elementare del paese sono state trasferite con degli autobus in alcuni alberghi a Messina dopo che i mezzi di soccorso sono riusciti a liberare la strada che collega la piccola frazione con la provinciale 114. Alle prime luci dell'alba si è inoltre ripreso a scavare nel fango, perché nel paese vi sarebbero almeno altre due persone, due fratelli, che risultano dispersi.
Si scava ancora a Scaletta Zanclea, il comune completamente devastato dalla massa di fango venuto giù dalle colline. Secondo il sindaco Mario Briguglio, vi sarebbero ancora sotto le macerie sei persone, tutti abitanti che si trovavano in casa quando è arrivata l'ondata di fango, mentre sono sei i cadaveri che sono già stati estratti dalle case.

4 ottobre 2009

MESSINA - Ventitre morti e circa 40 dispersi: è questo l'ultimo bilancio provvisorio dell'alluvione che ha colpito tre giorni fa il Messinese, diffuso stamani dall'unità di crisi istituita nella Prefettura. L'ultimo cadavere è stato estratto dal fango in nottata.
Le persone ancora ricoverate in ospedale sono 29. Gli sfollati sono 564, e si trovano alloggiati in diverse strutture alberghiere della Provincia.
Il premier Silvio Berlusconi durante la giornata ha sorvolato la zona colpita in elicottero. Al termine del volo si è rivolto ai sfollati dicendo: «Quello che ho visto dall'elicottero è davvero impressionante. Meno male che siete scampati. Sono felice di vedervi qui. Per poco non veniva giù l'intera montagna. Coraggio state tranquilli».

6 ottobre 2009

ROMA - L'ultimo bilancio del nubifragio di Messina è di 25 vittime e 10 dispersi. Lo ha detto il capo della Protezione civile italiana, Guido Bertolaso, parlando al Senato della Repubblica sul disastro di Messina.
Il bilancio definitivo, ha aggiunto, «dovrebbe quindi essere di 35 vittime, visto che per i 10 dispersi non c'é nessuna speranza che siano trovati in vita».


Opinione del Coordinamento UMI di Biella

Il bilancio dell’alluvione che ha colpito Messina e il messinese è stato stilato. Ed è drammatico. Venticinque i morti (quattro di loro non sono state ancora identificate). Dieci i dispersi: “Ma non c’è più alcuna speranza di trovarli vivi”, smorza anche il più flebile ottimismo ha detto il capo della protezione civile.
Guido Bertolaso ha detto inoltre che : "La natura non uccide, è l’uomo la causa dei morti che dobbiamo registrare come conseguenza di calamità naturali", nella sua informativa al Senato sul disastro di Messina. Una promessa solenne alle famiglie colpite arriva poi dal ministro della Giustizia Angelino Alfano : “Accerteremo tutte le responsabilità commissive e omissive per quanto riguarda questa tragedia". Speriamo !!!

Noi della Redazione poi, ci uniamo alla protesta del Sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca. Costui giustamente, si chiede perché non è stato proclamato il lutto nazionale per i funerali delle vittime dell’alluvione come fatto recentemente per i morti causati dal terremoto dell’Abruzzo. “Noi siciliani, noi di Messina, siamo forse figli di un Dio minore ? - si chiede il sindaco - Qualcuno parla di abusi edilizi, ma in questa tragedia l'abusivismo edilizio non c’entra nulla. C’è un tentativo maldestro di voler a tutti i costi incolpare qualcuno. Se ci sono delle responsabilità verranno accertate dalla magistratura, ma andare a dire che è colpa dell’abusivismo edilizio equivale a dire: è colpa vostra, vedetevela voi”.

Confermiamo infatti - in base alle nostre poche osservazioni - che l’abusivismo non centra nulla. Occorre spiegare invece perché, lo stato di pericolo della Protezione civile Nazionale, dopo essere stato trasmesso prima dell’evento tragico al coordinamento della Regione Siciliana, sia stato ri-trasmesso da questi alle prefetture ed ai comuni interessati dopo il disastro, facendo passare circa 24 ore. Queste sono responsabilità che DEVONO essere accertate di sicuro, perché se è vero, che la calamità della frana si sarebbe verificata comunque, forse qualche morto si poteva evitare allertando la popolazione.
Altra cosa : ma se due anni fa vi erano stati tutti i segnali di una tragedia sfiorata per mera fortuna, chi non ha fatto ciò che occorreva fare per mettere in sicurezza gli abitati interessati ? Non stiamo generalizzando, non stiamo parlando di un territorio smisurato con ipotetico pericolo, ma di località ben definite, con pericoli accertati e verificati e verbalizzati.

Ora, se la Lega Nord con il suo gratuito sarcasmo da osteria, vuole accreditare all’abusivismo privato la colpa unica della tragedia, noi non ci stiamo. Non ci stiamo per rispetto verso la maggioranza onesta dei siciliani, …non ci stiamo perché abbiamo ancora la capacità e la volontà di ragionare con la nostra testa.
Queste potevano essere responsabilità nel 2007, ma comunque erano responsabilità in collusione con decine e decine di Amministratori “malati” in interessi di ogni tipo. Nel 2009 la responsabilità e dell’Amministrazione locale, regionale e nazionale, che avendo 24 mesi di tempo per evitare una tragedia annunciata hanno voltato la testa e fatto finta di nulla. Vergogna !

Anche la più alta carica dello Stato, nella persona del Presidente Giorgio Napoletano, cade nel tranello della confusione (voluta ?) parlando di questa tragedia. Anzi Egli ha scatenando una vera e propria bomba mediatica. Rilasciando una dichiarazione a caldo infatti ha affermato che necessita - parlando di sicurezza - “la realizzazione di un piano serio che, piuttosto che in opere faraoniche, investa per garantire la sicurezza del territorio”. L’Allusione alla costruzione del ponte di Messina, non è velata e chiarissima !
Ma il Presidente della repubblica confonde il piano di sicurezza (che DEVE esserci a prescindere) dal piano per dotare la Sicilia di moderne infrastrutture ? Non possiamo credere che lo faccia involontariamente o per incompetenza, giammai ! Egli lo fa con finissimo acume politico invece. Ciò dimostra una volta di più, che un Presidente non è Super Partes, perché è un politico, votato da una parte della politica. Egli non rappresenta il popolo, e non è garanzia di nulla !

Per concludere, la sciagura di Messina ci insegna …o meglio ci ricorda che :

1) viviamo proprio in una “repubblica”, dove il Capo di Stato di fronte ad una sciagura, rema contro al Governo del Paese perché espressione politica diversa dalla parte che lo ha eletto.

2) che i politici di destra e di sinistra, nazionali, regionali e locali siciliani hanno perso 24 mesi di tempo per salvare 35 vite umane, a causa della loro provata sufficienza, indifferenza, indolenza, e a salvaguardia dei loro interessi materiali e/o politici di parte.

3) che dovremo attenderci nei prossimi giorni la strumentalizzazione di tutte queste polemiche, per scavare ancora più profondo il solco, che ormai divide il popolo del nord da quello del Sud, nell’interesse unico di poter perpetrare nel caos la spartizione del potere e delle risorse ancora disponibili, giocando sull’odio, sul disordine e sugli equilibri politici che queste cose comportano.

Coordinamento UMI di Biella
07.10.2009