martedì 18 agosto 2009

Afganista, "fortunata" repubblica !

Afghanistan, il voto difficile della gente fra le incertezze e il terrore talebano

di Marco Guidi

ROMA (17 agosto) - Che i talebani siano contrari alle elezioni (il potere politico spetta solo ad Allah, affermano) è cosa nota. Che l’accordo semisegreto e semiufficiale negoziato dall’attuale presidente Karzai con alcune frange “moderate” dei talebani, per non ostacolare il voto, non valesse nemmeno la carta su cui era scritto era un’ipotesi avvalorata da quasi tutti. Quindi non c’è da stupirsi se i seguaci del mullah Omar (che vive indisturbato in Pakistan) abbiano annunciato che chiunque andrà a votare sarà considerato un nemico e trattato come tale. Obiettivo gli scrutatori, i presidenti di seggio, gli elettori e, in particolare, le elettrici.

Ora se votare a Kabul e nelle province del Nord costituirà un rischio non eccessivo, cercare di farlo nei territori dell’Est e del Sud sarà un atto di coraggio o, forse, di incoscienza. Si parla già di migliaia di certificati elettorali rastrellati non si sa bene da chi, di seggi che non apriranno nelle zone di Khost, di Kandahar, dello Helmand, di Farah. Lì sono stati distribuiti volantini in cui I talebani scoraggiano il voto.

I talebani sanno benissimo che il semplice fatto di votare rappresenta prima di tutto un pronunciamento contro di loro, contro la loro visione del mondo, contro il loro modo di operare.

Le elezioni presidenziali del 20 agosto costituiscono così un test, l’ennesimo, del grado di pacificazione raggiunto dallo sventrato Afghanistan. E, per dimostrare che fanno sul serio, i talebani hanno portato a termine l’altro giorno un attentato stupefacente. Infatti sono riusciti a far arrivare un’auto-bomba guidata da un kamikaze fin dentro la munitissima zona di sicurezza di Kabul, a raggiungere la ulteriormente fortificata zona del comando dell’Isaf (le forze occidentali) e a causare vittime e danni ingenti. E, soprattutto, a dimostrare di essere in grado di poter colpire dove vogliono.

In questa situazione il voto rappresenta un’incognita. I due principali tra i 37 candidati in lizza, il presidente uscente, Karzai e il tagico Abdullah Abdullah, già braccio destro del grande Massud, eroe della resistenza fatto assassinare da Bin Laden, si contenderanno la vittoria. Favorito dovrebbe essere Karzai di etnia pashtun e che può contare sull’apparato statale, sgangherato, ma esistente. In ogni caso gli esperti locali affermano che un 40 per cento di votanti rappresenterebbe un grande successo. Mentre qualsiasi percentuale al di sotto del 30 sarebbe un segnale che bisogna rimettersi di buona volontà per ricostruire tutto.

Le forze armate, la polizia afgane sono mobilitate e così i contingenti stranieri. Ma è chiaro che da qui al giorno del voto sarà un periodo durissimo per tutti. Dalla capacità di sventare gli attentati si dedurrà forse quella di votare degli afgani.

http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=69845&sez=HOME_NELMONDO


Nota del Coordinamento UMI di Biella

…ma se questi poveri Afgani, invece di prestare orecchio alle sirene americane e repubblicane, e si tenevano stretta la loro legittima Monarchia, quante vite e quanti denari avrebbero risparmiato ora senza intaccare in alcun modo il “totem” di queste benedetta Democrazia ?